Gruppo M.A.R.A.

Il Gruppo Movimento Autonomo Resistenza Artistica (M.A.R.A.), si fa promotore di un progetto che fornisca spunti di riflessione individuale e collettiva sulla recente approvazione di un disegno di legge in materia di prostituzione, con particolare riferimento all’art.1 La resistenza a cui fa riferimento l’acronimo scelto dal gruppo di lavoro è in primo luogo resistenza alla semplificazione della complessità di un fatto sociale ed umano. Cuore del progetto è un’istallazione visiva, che vuole essere strumento critico di indagine e di rappresentazione strategica del complesso fenomeno sociale della prostituzione e dei meccanismi di disciplinamento legislativo cui è sottoposto, proponendosi come vero e proprio dispositivo di lettura delle relazioni di potere e dei rapporti di assoggettamento inscritti all’interno della pratica di prostituzione.

Progetto
La rappresentazione del cortocircuito tra visibilità ed invisibilità è nodo centrale dell’installazione, nonché spunto di criticità e di rilevanza politica del progetto. Essa stimola la riflessione servendosi del paradosso: proprio entrando nell’internamento, si vede ciò che si è inteso sottrarre allo sguardo, relegandolo in luogo chiuso e dedicato. Entrando dentro si porta fuori, con urgente determinazione, una realtà che qualcuno ha voluto sottrarre alla visibilità, perché ritenuta sconveniente. L’installazione rende visibile, in modo plateale, una condizione di coatta invisibilità sociale, gettando consapevolmente luce su di un buio altrettanto sapientemente indotto. Si vuole in tal modo problematizzare quello che nel cinema viene definito “paradosso del non-visibile” e che consiste in questo caso nel rendere evidente e visibile qualcosa attraverso e all’interno dello spazio privato di un’abitazione, costruito e pensato come un’ inibizione a vedere.

Nella rappresentazione della realtà, facendo particolare riferimento al mondo del cinema, o più in generale al mondo della comunicazione, operano precisi meccanismi sociali (di volta in volta ideologici, politici o culturali) che producono un’esclusione di intere fette della realtà, affinché possano emergerne delle altre. Ogni visione è dunque un’assenza o l’immagine capovolta di qualcos’altro. L’invisibilità sociale conseguente alla criminalizzazione e allo stigma sociale è una condizione prodotta da meccanismi sociali, politici e comunicativi di esclusione; meccanismi che definiscono “pratiche cognitive di neutralizzazione”, che agiscono in questo caso specifico come neutralizzazione dallo sguardo: la rimozione dallo sguardo pubblico delle persone che praticano la prostituzione innesca uno speculare processo di rimozione sociale e culturale delle stesse. L’introduzione del reato di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, implica la sua costrizione all’internamento, intensificando le condizioni di assoggettamento e di marginalizzazione delle prostitute, diminuendo le occasioni di contatto e di interazione sociale con loro, rendendole meno avvicinabili da interventi e proposte di aiuto. Sottrarre alla visibilità equivale a sottrarre alla sfera del diritto tutti gli attori coinvolti in un fenomeno complesso come quello della prostituzione, proprio quando l’urgenza e la necessità culturali sono invece quelle di allargare la riflessione anche a tematiche più ampie rispetto alla superficie del fenomeno, che riguardino la relazione tra i generi, l’educazione ad una sessualità responsabile, il rapporto denaro/potere e di approfondire le motivazioni che soggiacciono al fenomeno della prostituzione, anche e, soprattutto, dal punto di vista della domanda. L’effetto prodotto dall’installazione di rendere evidente e visibile qualcosa attraverso il paradosso del non-visibile, è emblematico dell’intento del progetto di restituire visibilità alla questione della prostituzione attraverso un’analisi critica dell’ultimo intervento di legge in materia, fatto balenare come un lampo dai mezzi d’informazione e poi subito sprofondato nel sommerso della disinformazione e divenuto oggetto di pubblico disinteresse.

Fanno parte del Gruppo M.A.R.A.

Chiara Cinelli – Luisa Lorenzoni – Ilaria Luperini – Elisa Del Chierico – Marta Bonetti